E siamo giunti, con una fatica epocale, alla fine di questo pazzo pazzo pazzo, e pure un po’ bastardo, 2015.
Da vera blogger molto fashion vi scrivo da un bistrot parigino mentre sorseggio un tè esotico aromatizzato con una corteccia d’albero in via d’estinzione.
No, non è vero. Non sono in un bistrot, sono solo da Starbucks perché la connessione di casa fa cacare. E non sto bevendo un albero protetto, ma un caffè che fa cacare più della connessione di casa.
Comunque, sentivo il bisogno di scrivere un’ultima fanfaluca e di condividerla con voi fortunelli.
Pensavo che per la prima volta in vita mia, l’ultimo pensiero dell’anno non va alla paura di finire in un trenino, allo scoccare della mezzanotte, mentre delle persone su di giri cantano con la cravatta legata in testa “Brigitte Bardot Bardot”.
Quest’anno penso solo che sono molto felice di festeggiare a Parigi e con Parigi che, nonostante la diffidenza, è presa da mille preparativi e dalla voglia di divertirsi. Certo ogni tanto, random, finisci giacca aperta e mani nello zaino, ma come mi fa riflettere Beso: nulla di personale.
Selvaggia: al supermercato mi hanno perquisita 2 volte. In entrata e in uscita. Ho la faccia da terrorista?
Beso: tranquilla, hai solo la faccia da terrona.
Buon anno da qui.