(Aspettando il prossimo numero di Freaks)
Era diventato insostenibile il peso di quel segreto.
Per molti anni era stato facile ignorare il passato, fino a quando il futuro non sarebbe più stato futuro senza l’inevitabile resa dei conti. Adesso lui era lì, faccia a faccia con la sua paura e con uno psicologo da 200 dollari l’ora.
- Ci ho provato di nuovo.
- Ah sì?
Lo psicologo da 200 dollari l’ora non ne poteva più. Ascoltava le sue risposte con un certo disinteresse mentre scarabocchiava sul taccuino come una quindicenne durante una inutile conversazione telefonica.
- Non ce l’ho fatta.
- Capisco.
- Ma non è vero. Non può capire.
- Effettivamente no, non posso. Ma dovrò pur dire qualcosa?!? Con quello che mi paga…
- Mmh… Idee?
Competeva spesso al povero psicologo da 200 dollari l’ora la parte del creativo rampante.
- Natale?
- Le solite cose, parenti, amici, mangiate eterne… l’immancabile tombola.
- No, intendevo… la vigilia di Natale è il momento migliore per le comunicazioni importanti: dolce attesa, matrimonio, promozione sul lavoro…
- Ma questa non è una promozione sul lavoro.
- Beh, è o non è il capo?
E su quelle parole si sentì trasalire. Già, lui era il capo, ma in quel contesto, su quel lettino che lo faceva sentire in imbarazzo, lui era semplicemente Anakin, ovvero ciò che era stato.
- Ok, lasciamo perdere.
Quanto sarebbe piaciuto allo psicologo da 200 dollari l’ora. Avrebbe voluto dirgli “Bravo, ecco fai così”. E invece…
- Ma no, deve solo creare la situazione.
- Tipo un combattimento all’ultimo sangue?
Era quello il vero problema di Anakin: metteva davanti a tutto il suo piacere personale e questo rappresentava un problema per le persone che lo circondavano, anche perché spesso finivano morte ammazzate.
- Io pensavo più a una cosa tipo… una birra.
Era quello il vero problema dello psicologo: non si rendeva conto che il paziente che aveva davanti non rappresentava proprio un esemplare tipo della razza umana.
- Come sarebbe una birra?
- Sì, lo invita a prendere una birra. Alla cantina di Chalmun… è molto di moda nella nostra galassia.
- Da Mos?
- Sì, proprio lì. Vedrà, vi piacerà farvi due chiacchiere davanti a una birra.
- Certo, e magari il bicchiere della staffa lo dedico “a mio figlio”?
- Perché no?
- Perché ero sarcastico?
Allo psicologo da 200 dollari l’ora non rimaneva che applicare il metodo dei metodi, il metodo sperimentale per eccellenza, il metodo che si applica nelle emergenze: sparare assolutamente a caso.
- Un biglietto insieme alla colazione?
- Non sono mica la sua fidanzata.
- Durante una gita al parco dei divertimenti?
- Non sono mica sua madre.
– E allora guardi, ci penso io. Gli faccio una chiamata anonima e non se ne parla più.
- E cosa gli dice?
- Luke, sono tuo padre. E attacco.
- Ah, proprio così?
- Sì! E ci evitiamo pure lo spargimento di sangue.
- Ma se è anonima come potrà capire che sono io?
Lo psicologo da 200 dollari l’ora non avrebbe mai fatto quella chiamata e nemmeno risposto alla domanda. Non aveva paura di essere disintegrato, dilaniato o vaporizzato, voleva solo liberarsi in fretta del paziente più difficile della storia della psicanalisi. Così, accompagnandolo verso la porta, lo congedò con l’ausilio dell’orologio.
- Oh, la sua ora è finita. Sono 200 dollari. Paghi pure alla mia segretaria. 200 senza fattura ovviamente. Se vuole la fattura… lei capisce, vero? Cosa vuole che le dica, c’è crisi dappertutto. Si faccia dare un nuovo appuntamento. A prest… Francine, fai entrare il prossimo paziente. Grazie.
A breve il prossimo numero di Freaks.
Seguiteci su Facebook: