Archivio | gennaio, 2014

Saggezza popolare.

31 Gen

Tira più un pelo di FCA che un carro di mogli e buoi dei paesi tuoi.

Cose che non posso tollerare.

15 Gen

Enri detto il Patone: “Avete sentito di quell’italiano in Irlanda che ha ucciso il coinquilino per una partita a scacchi? Gli ha anche mangiato un polmone. In realtà, pare l’abbia confuso con il cuore.”

Selvaggia: “Sono sconvolta! Come si fa a scambiare un polmone per un cuore?”

Il tempo della bagna cauda.

9 Gen

Sono allergica all’aglio in maniera più o meno mortale, dipende dal grado di cottura. 

1) Crudo: morte. 

2) Stufato: vomito tipo Signor Creosoto* con contrazioni addominali degne di un parto trigemino. 

3) Cotto e stracotto: giramenti di testa, nausea implacabile e problemi a tutta una serie di sfinteri che oggi ho deciso di risparmiarvi. 

4) Cotto intero e rimosso: nessun problema, tranne rare occasioni in cui viene lasciato troppo a contatto con il cibo. In quel caso fa effetto “stufato”: vedere punto 2.

Se sei allergica all’aglio e  vivi in Piemonte sei fottuta. In autunno e in inverno, per ben sei mesi, non puoi esulare da incontri ravvicinati con la bagna cauda o con chi l’ha mangiata. Perché la bagna è ovunque. 

Puoi trovarla in ufficio, nella risata di un tuo collega. 

Nel romantico fumetto gelato del signore appena salito sul tuo stesso pullman che si schiarisce la voce sulla tua faccia. 

Dispersa nell’ascensore che ti porta all’ottavo piano. 

E pure nel letto, mentre dorme al tuo fianco e sospira. 

La bagna cauda, per chi non lo sapesse, è un demone di aglio e acciughe di livello massimo tollerato solo da individui ugualmente posseduti. Non temete, con un buon esorcismo uscirà in 3 giorni dal vostro corpo, dalla pelle con esattezza. Già… l’aglio passa soprattutto da lì, ma solo dopo aver pogato violentemente con i vostri sudori. 

L’allergia o l’intolleranza all’aglio non crea empatia, viene letta come un mero problema di alitosi. Come se il limone vorticoso sedicenne style fosse l’unico motivo di vita per il genere umano. Nemmeno uno shock anafilattico dopo aver baciato un mangiatore di bruschette vi darà credibilità. E comunque non per molto tempo. Dunque se anche voi avete problemi in merito non fatevi vedere da queste parti almeno per altri 2 mesi e se siete già nei paraggi “fuggite, sciocchi!” cit. 

*Sul tubo potrete trovare facilmente video del Signor Creosoto. Non allego direttamente per i deboli di stomaco.

Leggere i segni.

8 Gen

Nuova amica: Ma… che segno sei?

Selvaggia: Acquario. 

Nuova amica: Ah, estrosa… e stronza!

Una nuova amica che ha già capito tutto di me. 😉

Una fine col botto.

2 Gen

Perché se fai un frontale con un fuoristrada ti assicuro che fai il botto.  

E mentre ti portano in ospedale, con l’ambulanza, pensi a quello che ti diceva tua madre quando eri piccola “Hai cambiato la biancheria? Perché se hai un incidente e ti portano all’ospedale rischi di fare brutta figura”. Intanto passi in rassegna le calze, le mutande e tutto il resto. Puoi stare tranquilla.  

In pratica.. arrivi in ospedale con altre tre persone coinvolte nello stesso incidente, vigili al seguito un po’ scocciati perché non riesci a ricordare cosa sia successo e il personale dell’ambulanza che insiste sul fatto che tu ti sia fatta male alle gambe e non alla schiena. A te sale il nervoso, ma cerchi di stare calma. Attendi il tuo turno, in silenzio. Hai atteso 2 ore i soccorsi, al freddo, puoi attendere ancora un po’ per la visita. Ah, quelli del carro attrezzi sono arrivati subito facendo presente che potevano occuparsi di tutto loro. Ma occuparsi di cosa? Per conto di chi? Hai mal di testa e voglia di uccidere mentre quella pioggia sottile e il freddo della notte ti sta piazzando un raffreddore niente male. 

Dopo un’ora in barella al pronto arriva tuo padre. Lo shock è latente, ma c’è. Devi fare pipì, chiedi di alzarti. Negativo, se vuoi ti diamo una padella. In un attimo ti trovi mezza nuda con una padella sotto al culo. Hai sempre più mal di testa e farla da sdraiata è impossibile, ma senti che devi proprio farla. Piangi. La stronza dell’infermiera ti dice “fatti passare la crisi isterica o ti metto un catetere”. Rispondi che forse le minacce con le persone sotto shock non rientrano proprio nell’etica professionale. Lei si gira verso la “capa” e le urla “ohhh, questa è fuori… io non ne voglio sapere niente”.

Finalmente ti alzi, vai in bagno. Quando torni pare che tu non abbia più diritto a stare sdraiata. Quell’infermiera non si vede più. Intanto i vigili vogliono la versione dei fattii, ma per loro la parola “sbalzata” non è proprio idonea per un verbale. “Allora scrivitelo da solo” pensi, perché non vuoi altre grane e noi hai il coraggio di ribellarti. 

Passano 300 minuti, cinque ore. La testa esplode, la schiena ti fa male a metà. Arriva il tuo turno. A quanto pare non meriti nemmeno una lastra. Il medico è un po’ spazientito perché ha difficoltà a visitarti, perché non hai un abbigliamento consono da ospedale! Peccato che tu sia uscita di casa per andare a cena fuori e non all’ospedale e che mentre eri ferma a un semaforo un fuoristrada ha pensato di darti un bel bacetto sul muso. 

– Vada pure, signorina. 

– Ma la schiena?

– Farà male… per un po’. 

– E il mal di testa?

– Normale. 

– Se non mi passa?

– A quel punto facciamo una lastra e una visita.

– Ma ho atteso 5 ore per una visita. 

– Prenda una tachipirina. 

– “E lei se la metta in culo la tachipirina”, lo pensi solo. Non vuoi grane. 

Esci senza salutare, perché quando ti fanno incazzare diventi maleducata. 

Da ogni angolo della corsia senti dire “buon anno”. 

Tu nemmeno ti volti, cammini nel corridoio eterno con la freddezza di un cecchino armato fino ai denti e mentre fingi di sparare a tutti quelli che ti hanno trattata di merda per tutta la notte pensi: 

Buon anno un cazzo!

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